La scissura silviana nelle demenze organiche come pick ed alzheimer

Le demenze organiche sono caratterizzate:


— dall'età di comparsa tra 50 e 60 anni, dal deterioramento intellettivo progressivo, dalla evoluzione (3-6 anni) senza possibilità terapeutiche, dalle lesioni anatomiche atrofiche a livello della corteccia: le cellule nervose degenerano e muoiono progressivamente.Alcune particolarità istologiche permettono di differenziare due tipi di malattia.

Malattia di Alzheimer: vi si pensa davanti ad una demenza importante, ad una sindrome afasico-aprasso-agnosica e all'associazione di alcune crisi di epilessia generalizzata.
• Malattia di Pick: il deterioramento intellettivo è spesso meno evidente all'inizio, senza turbe del linguaggio. L'aspetto «frontale» è molto tipico: euforia, bulimia, disturbi della regolazione degli sfinteri, stupidaggini, condotta illegale).


■ La demenza senile.


Appare più tardivamente nel corso della vita: dopo i 70 anni. È caratterizzata da un deterioramento globale con (all'inizio) disturbi della memoria(Memoria,disturbi e intelligenza) e spesso turbe psichiche (delirio di persecuzione, fughe). Le lesioni anatomiche sono simili a quelle della malattia di Alzheimer.
In tutte queste demenze degenerative, prevale l'atrofia sulla corteccia cerebrale ed è sovente visibile allo scanner sotto forma di allargamento dei solchi corticali e la scissura di silvio appare allargata nelle demenze senili .
Tuttavia, non c'è correlazione stretta fra le immagini di atrofia ed il grado della demenza.

L'idrocefalia a bassa pressione o demenza curabile.


• Il quadro clinico è quello di una demenza progressiva ma rapida con incontinenza spontanea e disturbi della deambulazione e dell'equilibrio senza paralisi. La diagnosi deve essere richiamata quando la malattia consegue a un'emorragia meningea traumatica e non o a una meningite. Il meccanismo fisiopatologico si basa, in effetti, sul disturbo del riassorbimento del liquido cefalo-rachidiano a livello della convessità cerebrale che comporta una distensione delle cavità intracraniche senza aumento della pressione.


• Gli esami complementari sono:


— La tomodensitometria: questo esame permette di definire la reale dilatazione ventricolare, e quindi dell'idrocefaha, contrastante abitualmente con l'assenza di segni di atrofia della corteccia cerebrale. Esso mostra talvolta, inoltre, delle immagini anormali di ipodensità intorno alle corna frontali, come espressione di riassorbimento del liquido cefalorachidiano nel parenchima cerebrale.
— La cisternografia isotopica: l'iniezione dell'isotopo nel LCR attraverso una puntura sottocipitale o lombale è seguita da lastre successive; le lastre sono prese dopo 1 ora; 6 ore e 24 ore; si evidenzia l'assenza o il ritardo del riassorbimento normale a livello della convessità del cervello (il tracciante resta nei ventricoli) ;
L'interesse di tale diagnosi è la possibilità di guarigione del malato grazie ad una valvola di derivazione, piccolo tubicino in materia plastica introdotto nel ventricolo per eliminare l'eccesso di LCR nella circolazione sanguigan (vena giugulare) o nel peritoneo.
■ La demenza arteriopatica.
L'idea che in un soggetto anziano vi sia una diminuzione dell'intelligenza per un deficit globale della circolazione è erroneamente diffusa. L'invecchiamento cellulare normale, la scomparsa progressiva di neuroni ne sono le vere cause (nella maggior parte dei casi): demenza senile, perdita fisiologica di efficienza nell'anziano. Vere demenze arteriopatiche esistono nel soggetto anziano o in quello più giovane; la diagnosi si basa sull'esistenza di lesioni ischemiche o emorragiche cerebrali, ripetute e sparse, sull'esistenza di lesioni bilaterali importanti in certe zone cerebrali (lobo frontale, talamo).
■ Altre cause di demenza.
Numerose affezioni del SNC si accompagnano alla demenza:
• malattie degenerative (la più tipica è la corea di Huntington);
• malattie infettive («paralisi generale» della sifilide terziaria);
• malattie tossiche (alcoolismo cronico, intossicazione da CO);
• malattie da virus lenti (malattia di Creutzfeldt-Jakob che associa delle mioclonie, un'ipertonia diffusa dei 4 arti e delle alterazioni elettroencefalografiche ritmiche; tale malattia evolve irrimediabilmente verso la morte in 6-18 mesi; è dovuta a un virus il cui periodo di incubazione nel SNC è molto lungo. La malattia è trasmissibile alle scimmie per inoculazione intracerebrale.
Infine esistono molte demenze non classificabili, da cause sconosciute, senza specificità istologica.

Sorveglianza del paziente.


Osservare il paziente, la sua attività, le sue reazioni onde evitare i danni che potrebbebe subire lui e coloro che lo circondano. Questa sorveglianza è tanto più necessaria quanto più il paziente è autosufficìente: può scappare, farsi male, provocare danni manovrando accendini o fiammiferi, ingerire prodotti tossici o medicinali, manomettere apparecchi sanitari. Il ruolo dell'operatore sanitario è dunque paragonabile a quello di una persona che deve «badare» ad un bambino.
La differenza essenziale si basa sul fatto che il comportamento demenziale di un adulto «fa paura», in realtà il paziente è quasi sempre docile e l'aggressività è eccezionale.
L'operatore sanitario, rassicurato, deve saper rassicurare anche gli altri: il personale, i familiari e soprattutto gli altri pazienti, cosi sensibili all'ambiente che li circonda. L'operatore  deve dunque avere sempre un atteggiamento calmo, paziente, fermo
— Altri compiti più specifici:
— controllo dell'alimentazione: rifiuto, disinteresse o al contrario bulimia, gota sita. Spesso questi pazienti vanno imboccati.
— controllo della funzione degli sfinteri: biancheria personale e del letto, sollecitare il paziente per i suoi bisogni, accompagnarlo ai servizi;
— controllarlo ed aiutarlo nelle pratiche igieniche e nell'atto del vestirsi;

— controllare con molta attenzione l'assunzione dei medicinali, che non devono mai essere dati senza controllo o lasciati sul comodino.
Comportamento verso i familiari.
— L'operatore può e deve partecipare al colloquio con i familiari; deve informarsi su come si sono instaurati e manifestati i disturbi; da quanto tempo; sulla loro tendenza evolutiva; sulle malattie precedenti; sulle'terapie precedenti, ecc. Questo tipo di approccio facilita il rapporto, permette di rispondere a nuove domande e di dare spiegazioni sulla malattia.
— Se il paziente deve tornare al suo ambiente familiare:
in certi casi bisogna insistere sulla necessità di un controllo stretto, quando i familiari hanno la tendenza a rifiutare la degradazione intellettuale come fosse una tara di cui vergognarsi.
— Più sovente, bisogna assicurare i familiari, preoccupati dall'idea di non poter far fronte alla responsabilità che richiede questo controllo. Bisogna peraltro spiegare, che nel suo ambiente familiare il paziente, si sente più inserito che non ospedale.
— Se il paziente deve rimanere in un reparto ospedaliero:
— l'operatore deve cercare di far accettare la necessità di un soggiorno prolungato e che questo non si tramuti in un abbandono.
— In tutti i casi, l'operatore deve essere in grado di spiegare che i bisogni affettivi. del paziente possono essere conservati nonostante la demenza.